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Immagine del redattoreArianna Nappi

Il caso Santuario Cuori Liberi

Quando abbiamo aperto questo blog nel 2020 l'idea era quella di creare un posto dove i nostri interessi avessero uno spazio online. Lo avevamo fatto per noi, non tanto per avere qualcuno che poi effettivamente ci leggesse.

Con il tempo, però, il nostro modo di vivere e di pensare ci ha portato a voler donare il nostro spazio a chi non aveva voce, nel nostro caso, gli animali.

Abbiamo cercato sempre di parlare con toni entusiasti e positivi, a volte anche ironici, della nostra scelta di essere vegani poiché siamo fortemente convinti che per avvicinare le persone ad una cultura così agli antipodi con le abitudini della nostra società ci vogliano parole dolci e non accusatorie.


Ci risulta quindi impossibile restare zitti e guardare dall'altra parte in situazioni come quella accaduta lo scorso 20 settembre 2023 presso il Rifugio Cuori Liberi.

Spero che tutti siano a conoscenza dell’atrocità che lo Stato Italiano ha deciso di attuare, ho bisogno di credere che tutti ne siano a conoscenza, ho bisogno di credere che sempre più persone siano al corrente di questo atto così basso e meschino.

Perché quello che è successo quel giorno al Santuario è un duro colpo da digerire, soprattutto per chi, come noi, ha deciso di devolvere (o sacrificare, come direbbe qualcuno) la propria vita agli animali, scegliendo una vita, quindi non solo un’alimentazione, vegana.

La mattanza avvenuta al Rifugio è un messaggio forte e chiaro: “Non riuscirete mai a cambiare le cose, mai a donare un futuro di speranze a chi è indifeso”. Ma io ho bisogno di credere che un cambiamento sia possibile, ho bisogno di credere che scegliere di non mangiare animali e i suoi derivati, di non vestire le loro pelli, di non camminare nel loro sangue e nella loro sofferenza abbia effettivamente un senso. Ho bisogno di credere che, con il tempo, il mondo possa migliorare! Altrimenti, a cosa altro possiamo aggrapparci? Cos’altro potrebbe spingerci ogni giorno a cercare di essere degli esseri viventi migliori?


Per chi ancora non fosse a conoscenza dei fatti avvenuti al Santuario Cuori Liberi, ecco un po’ di background che possa aiutarvi a comprendere meglio.

Prima di addentrarmi in questo discorso vorrei distaccarmi dal discorso di essere vegani o meno e vi chiedo di leggere tutto da un punto di vista obiettivo e neutro. Non voglio, infatti, che queste parole vengano classificate come "di parte" poiché vegana. No, io qui vorrei semplicemente prestare l’attenzione ad un sistema di produzione eccessivo e vi chiederò poi, di tirare le vostre somme.


Per chi non lo sapesse, sono anni che ormai in Europa è arrivato un virus denominato Peste Suina Africana. Questo virus, badate bene, non ha niente a che vedere con la salute di noi esseri umani. Il problema ha solo a che fare con maiali e suini che, colpiti da questo virus arrivano, purtroppo, in determinati casi alla morte. Ecco perché vi dicevo di non voler fare un discorso dettato dal mio modo di vivere. Perché, già qui, mi piacerebbe interrompere tutto e soffermarmi sulla sofferenza che questi animali sono costretti a vivere perché stipati in spazi angusti ed estremamente ridotti. Vi ricordate il nostro lockdown del 2020? Ecco, immaginatevi tornati indietro nel tempo senza mascherine e “almeno un metro e cinquanta di distanza” ad aiutarci a debellare il famoso virus.


Se già non avessimo questi grandi allevamenti intensivi, molti di questi poveri animali non morirebbero così inutilmente.


Ma eccoci tornare al discorso neutrale. Il problema, come dicevo, non riguarda noi esseri umani non essendo, infatti, toccati dal virus. Il motivo per cui questo virus spaventa è di natura economica: infatti, volendo osservare il maiale come bene di produzione, potete ben capire che più maiali vengano colpiti dal virus, meno saranno i prodotti finali ( le carni, per intenderci) destinati alla vendita.

Una delle soluzioni intelligenti che gli allevamenti suini hanno attuato ad oggi è quella di abbattere gli animali prima che infettino gli altri: i numeri sono sui 30000 (TRENTAMILA), ma continuano a crescere. Ricordiamo qui che stiamo parlando di 30000 vite che, vogliate vederlo o meno, hanno un valore.

Ci indigniamo tanto per il festival della carne di cane in Cina, ma nessuno si scandalizza degli ingenti numeri di animali uccisi solo da noi italiani OGNI GIORNO. Problema definito dissonanza cognitiva, per il quale ci vorrebbe un altro articolo solo per chiarire al meglio anche quest'altro concetto.


Ora che abbiamo chiarito come questo virus non crea problemi nel campo della salute all’essere umano, passiamo ad un altro punto, ossia la distinzione tra Santuario e allevamento.

Secondo la legislazione italiana, prima del 2023 questi due termini non avevano alcun tipo di distinzione. Uno spazio dedicato alla crescita di animali non riconosciuti come domestici, quali maiali, mucche e via dicendo, aveva per lo Stato Italiano la classificazione di "allevamento" ossia, produzione di animali destinati al consumo umano.

Quindi, anche gli animali ospitati nei Santuari, venivano visti come ad uso alimentare. (Avete presente quel bellissimo orecchino giallo presente sulle orecchie di questi meravigliosi animali? Il loro codice a barre, per dirlo in termini spicci).


Il 7 Marzo 2023, un decreto Ministeriale definisce finalmente la distinzione tra allevamento e santuario. Finalmente, gli animali ospitati nei santuari potevano essere definiti di compagnia e, quindi, uguali a cani e gatti.

I santuari sono luoghi dove volontari ospitano animali sfruttati negli allevamenti, cercando di salvare quante più vite possibili.

Questi animali, però, non sono purtroppo esenti dal prendere il virus della peste suina di cui parlavamo prima.

Nel caso specifico del Santuario Cuori Liberi, alcuni dei suini ospitati al suo interno hanno contratto il virus e sono, purtroppo, morti.

Gli altri suini presenti nel rifugio, tuttavia, non presentavano invece segni della presenza del virus.


Il 5 settembre 2023 è stata presentata al Santuario Cuori liberi un’ordinanza di abbattimento di tutti i suini presenti.

Il santuario si è, ovviamente, opposto a questa ordinanza facendo ricorso al Tar.

Secondo la Legge Italiana, un cittadino ha diritto a fare ricorso se sente che i suoi diritti vengono lesi. In questo caso, le ordinanze vengono messe in pausa fino a nuovo giudizio.

Vi ricordo qui che questi animali non sono destinati al consumo umano e il virus non è pericoloso per l’uomo. Immaginate di avere in casa un gatto con HIV felino (quindi mortale per il gatto ma non per l’uomo) e di ricevere un ordine di abbattimento. Come vi sentireste?


Degli attivisti hanno iniziato a presidiare il santuario per assicurarsi il benessere dei suoi ospiti.

Quello che succede dopo, però, è la parte più oscena di tutte.

L’udienza per il Tar era prevista il prossimo 5 Ottobre 2023… siamo viaggiatori nel tempo o le cose risultano strane anche a voi?

Il 20 settembre, quindi BEN PRIMA dell’udienza, le forze dell’ordine irrompono con la forza, picchiando i volontari che, pacificamente, avevano creato un muro umano per bloccarne il passaggio.

I dieci ospiti suini sono stati abbattuti e i loro corpi buttati in un cassonetto utilizzando delle ruspe. Perché è questo che sono agli occhi di molti, immondizia.


Che voi lo vediate o meno, che voi siate interessati o meno, questi animali sono in grado di provare emozioni, di capire cosa gli succede intorno. Alcuni video girati prima dell’abbattimento mostrano un maiale scodinzolare, felice vicino al volontario che lo stava proteggendo, ignaro che la legge italiana valuti la sua vita inferiore alla nostra, nulla quasi.

Lo so che per molte persone questi discorsi non reggono, ma immaginate il vostro cane scodinzolarvi intorno felice, ed essere ucciso 2 secondi dopo dallo Stato Italiano.


Immaginate qualcuno entrare nelle vostre case e prendere senza il vostro permesso ciò per cui avete dedicato la vostra vita.

Ora, io non voglio buttarla sul lato politico, ma questa cosa di entrare in casa senza essere invitati mi ricorda molto dei fatti storici risalenti al secolo scorso.


Che siate simpatizzanti o meno con i vegani, che vi interessi o meno la vita di un animale piuttosto di quella di un altro, importa poco. Mettiamola dunque su un piano generale: immaginate di vivere in casa vostra con un cane o con un gatto. Bene, questi volontari vivevano in casa con dei maiali che consideravano proprio al pari di un cane o di un gatto. Di nuovo, lasciate perdere se condividiate o meno, ma non vi farebbe girare i … (scusate il francesismo) se qualcuno entrasse in casa vostra e uccidesse il vostro animale da compagnia? I miei genitori vivono con tre gatti e vi posso assicurare che se succedesse una cosa del genere mi farei prendere per pazza.


E questo è esattamente ciò che è successo lo scorso 20 settembre: lo Stato Italiano è entrato in casa del Santuario Cuori Liberi e ha ucciso senza esitazione dieci piccole anime.


Ora possiamo scegliere di guardare dall’altra parte e far finta di niente, oppure possiamo decidere di mettere un punto e dire “Non sotto i miei occhi”.

Io continuerò a lottare per chi non ha voce, continuerò a denunciare qualsiasi azione che vada contro la nostra democrazia, contro i diritti umani e universali, perché uno Stato che non tutela i più deboli non è e non sarà mai il mio Stato.


Tu invece, cosa sei disposto a fare per i più deboli?

Se anche chi mangia carne iniziasse a dire no alle azioni di violenze inutili, alle ingiustizie, allora si potrebbe finalmente iniziare a gettare la basi per la costruzione di un mondo più giusto e inclusivo.

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